Le vie di diverse città del mondo, ormai prive dell’invadente presenza dell’essere umano, si stanno curiosamente popolando di svariate specie animali. Anatre, caprioli e persino orsi; animali selvaggi che normalmente non incontreremmo durante un’ordinaria passeggiata in centro città.
Le specie animali occupano le zone urbane
Caprioli, anatre, capre, lupi, orsi, cinghiali, sono fra le specie animali selvagge che durante gli ultimi giorni si stanno impadronendo delle zone urbane di tutto il mondo. Grazie alla sovranità del silenzio, della desolazione e della pulizia, lungo i quartieri di molte città, la fauna selvaggia sembra andare alla ricerca di posti mai esplorati fino ad ora. Un curioso video pubblicato online nei giorni scorsi da TGCOM 24 riproduce diversi scenari popolati da specie diverse.
Gli esperti, infatti, prevedono un effetto positivo su svariate specie protette come: avvoltoi, aquile, e lupi a causa di questo confinamento.
Affermano che questa attuale sospensione delle attività nelle città può avere benefici nella crescita della popolazione animale, poiché questa è una stagione riproduttiva. Il naturalista Joaquim Araujo sostiene che ciò a cui stiamo assistendo è una “ricolonizzazione degli spazi urbani da parte di specie selvatiche”. Araujo afferma inoltre che quando la potente pressione urbana si ferma “la natura dimostra ancora una volta che ha una grande capacità di reazione, sia per il male che per il bene”. Antoni Alarcón, direttore dello zoo di Barcellona, spiega infatti che “i vertebrati, di fronte a questo tranquillo paesaggio urbano, espandono il loro territorio in cerca di cibo”.
Alcuni esempi emersi negli ultimi giorni
Terreni ed acque che, finalmente, incontaminati danno largo spazio all’essere animale. Ad esempio, nelle acque della spiaggia di Corong Corong, nell’arcipelago di Palawan delle Filippine, sono apparse migliaia di meduse. Ed invece, solitamente, centinaia di turisti invadono la zona.
In territorio spagnolo, d’altra parte, dei cinghiali hanno invaso le strade di Barcellona e fra quelle di Madrid circolavano tacchini e pavoni. A Ventanueva ripresero addirittura un orso durante le ore della notte. Oppure intere famiglie di anatre riprese nel mentre di una passeggiata. Ed intanto, in America, zoologi dell’Università del Massachusetts studiano il grado di aggressività con cui i coyote e le volpi possono agire in città.
In Italia un’autentica dimostrazione ne è Venezia; le acque dei canali, divenute ora cristalline, fanno notare interi banchi di pesci nel loro fondale, ed inoltre ospitano di nuovo le anatre. Cagliari è un’altra testimonianza, dove venne ripreso un delfino nuotare lungo la banchina del porto.
Vi è un’associazione di Siviglia la quale avviò un progetto di collaborazione tra cittadini per contribuire con fotografie e video di uccelli che loro stessi osservano durante il periodo di quarantena. Nel Parco Nazionale della Sierra del Guadarrama, uno dei più frequentati della Spagna, non c’è ne rumore ne gente: “sicuramente lo stress ambientale è notevolmente migliorato, oltre al fatto che il suolo non è calpestato e che è essenziale per la crescita delle piante e favorirà gli impollinatori”, dicono gli esperti.
Animali domestici in tempo di Coronavirus
Per soccorrere gli animali domestici che, a causa del coronavirus, si sono ritrovati da soli in casa e senza padrone, a Madrid avviarono recentemente un’iniziativa dal nome “El Refugio”. Sono stati lanciati dei progarmmi chiamati “La vita sigue” e “Solo en casa”. Il loro obiettivo è trovare case e famiglie adottive, temporalmente e non, per cani e gatti cui i padroni si trovano in ospedale o sono deceduti a causa del virus. Inoltre, diverse associazioni veterinarie lanciarono un appello diretto ai padroni di animali domestici. Il chiarimento che danno è il seguente: “Finora non ci sono prove scientifiche per indicare che gli animali domestici siano portatori o trasmettitori del coronavirus. Tutte le cliniche veterinarie statali hanno seguito quotidianamente, per molti anni, un protocollo di pulizia e disinfezione rigoroso e di alto livello che impedisce la diffusione e la trasmissione di virus, batteri e funghi tra animali e persone”.
Continuano poi “cani e gatti possono soffrire di malattie causate da altri tipi di coronavirus e questi non colpiscono l’uomo”; sottolineano, però, che il coronavirus felino è geneticamente diverso dal SARS-CoV-2, il quale causa il COVID-19. Un altro punto che chiariscono è il possesso, da parte di chi è infetto, di un animale domestico. L’animale può restare in casa con il padrone, ammesso che venga mantenuta una certa distanza dall’animale stesso e che il padrone indossi la mascherina.