Altri cinque libri per scoprire misteri e segreti di Barcellona

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Altri cinque libri per scoprire Barcellona

10 libri per scoprire Barcellona

Altri cinque libri per conoscere Barcellona e amarla! Noi di itBarcellona torniamo con la rassegna letteraria! E se vi siete persi la prima parte, non preoccupatevi: eccola qui.

Il Labirinto degli Spiriti, Carlos Ruiz Zafón, 2016

«La città a poco a poco sparì in lontananza e dopo un po’ il treno si addentrò in una pianura senza orizzonte che si stendeva all’infinito. Alicia sentì che dietro quel muro di oscurità, Barcellona aveva già fiutato le sue tracce nel vento. La immaginò aprirsi come una rosa nera e per un istante la invase quella serenità dell’inevitabile che consola i maledetti, o forse, si disse, era solo la stanchezza. Ormai importava poco. Chiuse gli occhi e si arrese al sonno mentre il treno, facendosi largo fra le ombre, scivolava verso il labirinto degli spiriti».

Dodici anni dopo L’ombra del vento, Zafón torna con un’opera monumentale, per portare a compimento la serie del Cimitero dei Libri Dimenticati, e torna anche nella nostra rassegna con un altro libro ambientato a Barcellona.

Hospital Sant Pau

Hospital Sant Pau, Barcellona

Nato e cresciuto a Barcellona, Zafòn descrive una città che non fa semplicemente da sfondo alle vite dei personaggi, ma che è essa stessa protagonista viva e reale,intervenendo nell’intreccio, muovendosi, parlando, proprio come una persona.
Il Labirinto degli Spiriti è un romanzo di passioni, intrighi e avventure per lugubri strade avvolte nel mistero, tra la Barcellona reale e il suo riflesso maledetto.

«Barcellona, madre di labirinti, alberga nella parte più oscura del proprio cuore un viluppo di vicoli annodati in una barriera corallina di rovine presenti e future in cui viaggiatori intrepidi e spiriti smarriti di ogni condizione restano intrappolati per sempre in un distretto che, in mancanza di una più corretta avvertenza, qualche benedetto cartografo ha voluto battezzare il Raval».

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El Gato de Botero, simbolo del Raval.

Malgrado diversi luoghi appaiano spesso nei romanzi di Zafòn, come il Raval, altri ricorrono nel suo romanzo come la Basilica de la Mercè: «L’ultima immagine che riuscì a rubare prima di tornare nel suo nascondiglio fu il profilo della Vergine della Merced, patrona della città, in cima alla cupola della sua basilica di fronte al porto, nel perpetuo atteggiamento di mettersi a volare sui tetti di Barcellona». Ma anche l’Hospital de la Santa Creu i Sant Pau: «L’ospedale San Pablo giaceva immerso in un letargo di tenebre, mentre la sua cittadella di cupole, torrioni e archi intrecciava arabeschi nella nebbiolina che spargeva dalla cima del monte Carmelo». O la storica pasticceria Mauri: «Un isolato più giù avvistò le vetrine della confetteria Mauri, zeppa di delizie presentate con maestria per addolcire la malinconia autunnale delle signore di buoni natali».

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La Pasticceria Mauri: dolci, torte e pasticcini di ogni tipo dal 1929.

Ed, infine, la gotica Casa Rocamora: «Gli uffici della MetroBarna si trovavano all’ultimo piano di un monumentale caseggiato modernista con tratti da castello di sogno. La proprietà, in pietra color ocra e coronata da mansarde ed enormi torrioni, era conosciuta come Casa Rocamora ed era un esempio di quelle opere di oreficeria matematica e gran melodramma che si possono trovare soltanto nelle strade di Barcellona. Vargas si soffermò un istante a contemplare dall’angolo lo spettacolo di balconi, gallerie e geometrie bizantine».
Tra doviziose descrizioni che trapelano l’amore imperituro per la sua città, lo scrittore celebra maestosamente il mondo dei libri, l’arte di raccontare storie e il legame tra letteratura e vita.

L’ingegnoso gentiluomo don Chisciotte della Mancia, Miguel de Cervantes Saavedra, 1606

«…E unica nel suo paesaggio e nella sua bellezza; e anche se gli eventi che qui mi sono accaduti non sono di mio gradimento, (…) li porterò con me, solo per averla vista».

Una delle opere più influenti della letteratura dell’età dell’oro spagnola non poteva non essere menzionata nella lista dei 10 libri per scoprire Barcellona. Pubblicato in due volumi, nel 1605 e 1615, e spesso abbreviato semplicemente come Don Chisciotte, il romanzo di Miguel de Cervantes Saavedra (1547-1616), racconta la storia di Alonso Quijano, un hidalgo di mezza età, morbosamente appassionato di romanzi cavallereschi che decide di combattere in difesa dei più deboli.

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Museo Casa Natale di Cervantes (Alcalá de Henares), situato in Calle Mayor, 48.

La visionaria ostinazione per l’avventura cavalleresca porta  Quijano a leggere la realtà con occhi diversi dagli altri uomini, scambiando mulini a vento con giganti dalle braccia rotanti, burattini con demoni, greggi di pecore con eserciti arabi. Continuamente sconfitto dai avversari immaginari, Don Chisciotte cavalca con il suo fedele scudiero Sancho Panza alla ricerca di avventure per i sentieri della Spagna, fino ad entrare a Barcellona, ed è qui che la lettura diviene ancora più piacevole per gli amanti della città catalana.
È la notte di San Juan, e Don Chisciotte e Sancho Panza arrivano all’entrata di ponente di Barcellona (oggi Pla de Palau) guidati dal famoso bandito Perot lo Lladre, cui è dedicata la via dove si diceva avesse il suo nascondiglio in città.

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Plaça del Palau nel quartiere de la Ribera.

Per un passaggio in disuso arrivano alla spiaggia dove oggi sorge il Museo de Historia de Catalunya. Qui è dove inizia la Barceloneta e dove Don Chisciotte viene battuto per sempre. Presente nel libro anche carrer Ample, una delle vie più importanti di Barcellona nel secolo XVI, e calle del Carme (el Raval), attraverso la quale l’ingegnoso cavaliere e l’inseparabile Sancho Panza abbandonano Barcellona per tornare, infine, nella Mancha.

La Cripta di Franco, Jeremy Treglown, 2014

La cripta de Franco: viaje por la memoria y la cultura del franquismo è una storia della Spagna contemporanea, della Spagna cresciuta durante il regime di Franco. Ma è una storia alternativa, quasi una biografia, in cui figure e date sono ignorate e che è costruita attraverso la testimonianza di coloro che la hanno vissuta.
Nel libro, Treglown (1946) attraversa recenti controversie come la Legge della memoria storica e l’eliminazione dei simboli franchisti, per poi tornare indietro nel passato e rivedere i miti franchisti e le sue opere faraoniche: dai bacini artificiali alla valle dei caduti.
Un libro ricordo, in cui la cultura, l’arte, e la letteratura che hanno interpretato il franchismo, da Buñuel, Chillida, Tàpies, Ferlosi, Marías, Cela, e Cercas, rappresentano uno dei pilastri su cui si basa il ricordo di quel tempo.
Il romanzo La Cripta di Franco, permette di godere di una visione diversa della Spagna, arricchita dalla prospettiva offerta dalla distanza.

Segni di identità, Juan Goytisolo, 1966

«Stranieri e indigeni camminavano lentamente lungo i sentieri, si fermavano ad ammirare i vasi di begonia, a fotografare i muri che erano stati le scene delle esecuzioni vendicative … Le brigate di lavoratori avevano accuratamente cancellato i segni di proiettili». (descrizione di Montjuïc)

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Barcelona Calles De La Ciudad durante La Guerra Civile

Señas de identidad è l’accattivante capolavoro del 1966 di uno dei più grandi romanzieri spagnoli, Juan Goytisolo (1931 –2017). Si tratta di un romanzo sperimentale, che racchiude una visione critica e corrosiva della repressione franchista, ma anche delle altre forze politiche spagnole, incapaci di diventare una vera opposizione alla dittatura. Quello di Goytisolo è romanzo segnato dalla sconfitta: è una storia di esilio, repressione, di torturati e fucilati. La corrida, segno di identità spagnolo per eccellenza (ma non catalano!), appare ripetutamente come simbolo o metonimia della brutalità ispanica (persecuzione, tortura, omicidio di uomini e animali). Quando il protagonista Alvaro Mendiola, trascrizione non troppo nascosta da Juan Goytisolo, torna in Spagna dopo un lungo esilio, non riconosce più il proprio paese; non si riconosce più nei suoi valori.
Come altri autori sperimentali, Goytisolo non è per tutti i gusti; ma è indubbiamente una voce essenziale per capire la realtà e la letteratura del ventesimo secolo spagnolo.

Omaggio alla Catalogna, George Orwell, 1938

«Praticamente ogni edificio di qualsiasi dimensione era stato sequestrato dagli operai ed era drappeggiato con bandiere rosse o con la bandiera rossa e nera degli anarchici: ogni muro era scarabocchiato con la falce e il martello … Giù le Ramblas … gli altoparlanti emettevano urla di canzoni rivoluzionarie».

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La maggior parte dell’azione nel libro di Orwell si svolge all’interno e attorno alle Ramblas.

Terminiamo con un altro classico della letteratura, e del resoconto di Barcellona e della Catalogna durante la guerra civile spagnola. Nel suo lucido e personale resoconto pubblicato nel 1938, quando la guerra civile non era ancora terminata, George Orwell descrive le speranze e il tradimento della rivoluzione spagnola.
Arrivato a Barcellona nel dicembre 1936 «con la vaga idea di scrivere articoli per qualche giornale», Orwell finì con l’arruolarsi nelle file repubblicane e andare al fronte: combatté durante le giornate del maggio 1937 a Barcellona, venne gravemente ferito nell’assedio di Huesca e trovò riparo in Francia.
Coinvolgente come un romanzo e rigoroso come un saggio, Omaggio alla Catalogna immortala un momento cruciale della formazione politica e intellettuale del suo autore. Nel libro, il rifiuto di Orwell per il totalitarismo, la crudeltà, e la disinformazione si fa totale, inondando il lettore e portandolo a riflettere. Una storia insomma, sempre attuale.

Altri cinque libri per scoprire Barcellona ultima modifica: 2018-06-06T09:30:44+02:00 da Alessia Agostinelli

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