Il culto di sant’Eulalia, patrona di Barcellona, è molto importante per i catalani. Ad essi infatti è intitolata la cattedrale di Barcellona, che è anche sede dell’arcidiocesi. La santa subì un feroce martirio da parte dei romani, senza che nessuno poté salvarla. Ma dal Medioevo a proteggere il suo feretro e la sua memoria, ci sono tredici amiche davvero speciali: le oche di Sant’Eulalia.
La nascita del culto di Sant’Eulalia
La storia di Eulalia da Barcellona è fra le più drammatiche e cruente in tutto l’ampio panorama agiografico. Secondo la tradizione cristiana, infatti, a soli tredici anni dovette affrontare tutta la furia di Diocleziano, il più feroce persecutore tra gli imperatori romani. Vista la sua ferma volontà di non rinnegare la sua fede cristiana, Eulalia subì uno dei più violenti martiri di cui siamo a conoscenza. Dopo essere stata esposta al gelo dell’inverno fino al congelamento, venne infatti rinchiusa in un barile pieno di pezzi di vetri e chiodi e fatta rotolare lungo una strada. Quest’ultima sarà identificata con quella che ora è la Baixada (discesa) de Santa Eulalia. Non contenti, i soldati romani, si divertirono ad infierire sul suo corpo, eseguendo varie amputazioni (tra cui entrambi i seni), per poi crocifiggerla e decapitarla. La leggenda vuole che dal suo corpo martoriato si levò una colomba che avrebbe ospitato l’anima della ragazza fino alla sua ascesa al cielo.
All’interno del Barri Gòtic sorge la chiesa intitolata alla Santa Croce e alla santa, patrona di Barcellona. Il primo edificio con questo nome risale addirittura ad una basilica paleocristiana, mentre l’aspetto attuale di chiesa gotica è dovuto all’intervento durante il regno di Giacomo II d’Aragona, che ne cambiò la connotazione romanica. All’interno della chiesa è conservato il sacorfago contenente i resti del corpo della santa.
Le tredici oche di Sant’Eulalia
Ma cosa ha di speciale questa basilica rispetto ad altre sorte in memoria dei primi martiri cristiani? Un particolare bizzarro, ma molto simpatico in effetti c’è! A sorvegliare la cattedrale e, figurativamente, il corpo della santa ci sono tredici oche, che vengono quindi dette oche di Sant’Eulalia. Il numero dei volatili presenti, ovviamente non è casuale. Starebbe ad indicare, infatti, il numero di torture subite da Eulalia e gli anni di età in cui è stata uccisa. Tredici, appunto.
La loro presenza nel chiostro della cattedrale va anch’esso fatto risalire ad una leggenda. Durante i lavori relativi alla costruzione della chiesa, infatti, le oche avrebbero dissuaso dei ladri che cercavano di rubare all’interno del cantiere. Da quel momento questi simpatici volatili hanno ricevuto l’investitura dell’importante compito di sorvegliare la chiesa. Le oche di Sant’Eulalia, inoltre, sono diventate anche una fonte di attrazione per i turisti della chiesa, che si fermano ad ammirare e a fotografarle. E c’è da dire che le piccole creature riescono anche a mantenere la posa meglio di molte modelle. Meglio però non provare a stuzzicarle, perché avvicinarsi troppo per un selfie potrebbe costare qualche dolorosa beccata. Perché bisogna sempre tener presente che quelle oche non sono lì per divertirsi, ma sono costantemente in servizio!