Tutto su mia madre: la Barcellona di Pedro Almodovar

itBarcellona

ARTE E CULTURA

Pedro Almodovar e “Tutto su mia madre” a Barcellona

Pedro Almodovar Tutto Su Mia Madre

Pedro Almodovar, enfant terrible del cinema spagnolo originale e dissacrante, decide d’ambientare a Barcellona uno dei suoi film di maggior successo: Tutto su mia madre. Con sfumature coloratissime, e donne tipicamente Felliniane, Almodovar inventa un nuovo modello di melodramma, innamorato della cultura italiana e dà vita all’Almodrama.

Pedro Almodovar Tutto Su Mia Madre

Pedro Almodovar a Barcellona con il cinema

Todo sobre mi madre celebra l’universo femminile. Nella pellicola, infatti, le figure maschili appaiono trasparenti, quasi ombre opache, e attorno ad esse le donne intrecciano sentimenti, vivacità, coraggio, con un pianto che non è disperazione, ma catarsi e rinascita continua. Tra le protagoniste c’è Manuela e sullo sfondo Esteban, il figlio, che la sera del suo compleanno, dopo aver assistito con la madre all’opera di Un tram chiamato desiderio, muore investito mentre cerca di avere un autografo dalla protagonista. Lacerata dal dolore, Manuela acconsente al trapianto del cuore del figlio parte per Barcellona, la città da cui era scappata diciassette anni prima, e torna alla ricerca del padre del ragazzo, un transessuale che si fa chiamare Lola.

Pedro Almodovar
La pellicola tracima e trabocca di prostitute, suore, attrici di successo, transessuali, chirurgia plastica e voglia di resilienza. Cecilia Roth la protagonista, che di fatto appare come il filo conduttore del film è Agrado, trans generosa, genuina e sincera, che tra botte, strada e prostituzione, riesce a essere materna, divertente e vera. Il suo monologo è l’apice del film: scatena lacrime, phatos e sgretola il pericolo del grottesco esplorando i labili confini dell’identità sessuale che si fa fluida, e perde importanza davanti ai cuori palpitanti. Penelope Cruz appare eterea, poi un nuovo Esteban che nasce, e sopra ogni cosa la dedica con cui Almodóvar chiude il film: «A tutte le attrici che hanno fatto le attrici, a tutte le donne che recitano, agli uomini che recitano e si trasformano in donne, a tutte le persone che vogliono essere madri. A mia madre».

Barcellona e i luoghi di Tutto su mia madre

Pedro Almodovar scegliendo Barcellona dona al film un’atmosfera unica già dall’inizio. Quando Manuela passa in taxi davanti al monumento dedicato a Cristoforo Colombo sul porto, poi l’auto scivola davanti alla Sagrada Familia, che è il simbolo più rappresentativo della città, nella zona della Rambla: capolavoro indefinito di Gaudì ancora in costruzione dal 1882, ma è il suo fascino. Qui si può visitare la cripta in cui è sepolto proprio Gaudì, e il museo inerente. Sempre nel film, possiamo vedere la Casa del Gremi de Velers in Via Laietana, 50, il bellissimo Teatre Tivoli, in cui Manuela assiste alla proiezione di Un tram chiamato desiderio. Poi ancora la Cases Ramos (Pl. Lesseps) dove abitano i genitori di Rosa, e la Placa del Duc de Medinaceli. Tutti questi luoghi di Barcellona sono racchiusi nel centro storico, nel Barrio e nel Raval, una delle zone predilette da Almodovar per via dell’atmosfera verace, multietnica e colorata.

Pedro Almodovar Tutto su mia madre
Non è difficile poi riconoscere El Palau de la Musica Catalana, di fronte alla casa di Agrado, aperto ai visitatori tutto l’anno, che è un esempio d’arte modernista, nata per esaltare la musica catalana. Sempre nella Rambla, si può visitare anche il mercato della Boqueria, un esempio di mercato popolare catalano che è senza dubbio uno dei più famosi d’Europa. Qui si mangia bene a un prezzo modico, e tra le specialità c’è il pesce sempre freschissimo. Verso la fine del film si vede anche il Cimitero di Montjuic (Carrer de la Mare de Déu de Port, 56) dove viene sepolta Rosa e dove avverrà l’incontro tra Manuela e Lola. Sì tratta di un luogo suggestivo tra il mare e la montagna, con uno stile vario ispirato senz’altro al modernismo. Dunque Barcellona appare incantevole sullo sfondo del film che si dipana tra le strade e le vie che guardano facciate antiche, che svelano vicende vecchie e moderne al tempo stesso, tra le vite di personaggi che si muovono su scenografie colorate, con fondali grandi, immensi, da cui come in un teatro, emergono figure femminili potentissime. Tutto su mia madre di Pedro Almodovar ha vinto la Palma per la miglior regia a Cannes nel 1999 e l’Oscar come Miglior film straniero, e Barcellona emerge femminile tra donne meravigliose.

Pedro Almodovar e “Tutto su mia madre” a Barcellona ultima modifica: 2018-07-09T11:06:56+02:00 da simona aiuti

Commenti

Più letti

Promuovi la tua azienda in Italia e nel Mondo
To Top